Le democratiche chiamano a raccolta le amministratrici

Le democratiche chiamano a raccolta le amministratrici
di autore Redazione - Pubblicato: 25-10-2022 00:00

IL FATTO - Una mozione per condannare le violenze in Iran verrà presentata in tutti i consigli sulla scia di quanto già fatto a Veroli e a Frosinone. Parla la responsabile Sarah Grieco

"Davanti all'escalation di violenza del governo iraniano, per soffocare le proteste delle tante donne che, in queste settimane, sono scese in piazza con il loro grido di coraggio e libertà, vogliamo lanciare un segnale che sia di vicinanza ma anche di azione concreta.


Sulla scia di quanto già fatto nei comuni di Veroli, ad iniziativa della consigliera Cerquozzi, e di Frosinone, grazie al contributo delle altre compagne democratiche, Martini e Maggiani, vi sottoponiamo una mozione che vorremmo venisse approvata in tanti altri consigli comunali della nostra provincia, con il supporto di voi amministratrici. Una mozione che condanna con forza la violenza contro le manifestanti, sollecitando il nostro governo ad una presa di distanza ferma e decisa, anche nel contesto internazionale".

La missiva porta la firma della responsabile delle Democratiche della provincia di Frosinone, Sarah Grieco. Ecco, di seguito, la mozione che verrà sottoposta nei vari consigli comunali

LA MOZIONE

Da Teheran, Isfahan, Shiraz, Saghez, Kerman ma anche da tanti altri centri minori dell’Iran, è in atto ormai da settimane la protesta, malgrado la sempre più violenta repressione di uno Stato teocratico e dittatoriale, di un movimento popolare che incarna una irrefrenabile domanda di libertà. Un movimento popolare e una protesta dal basso alla cui testa ci sono ragazze e donne che stanno dando corpo ad un grido di dolore che non può restare inascoltato. Donne che  non scendono in piazza per contestare posizioni ideologiche o di una parte politica, ma per urlare a gran voce la loro libertà di scelta nelle azioni più semplici, quelle che consentono di manifestare il proprio essere ragazze e donne in tanti luoghi nel mondo.

Il 13 settembre, Mahsa Asini, 22 anni è morta dopo essere stata arrestata a Teheran dalla polizia morale perché non indossava correttamente Hijab, secondo le norme della Commissione per la Promozione della Virtù e la repressione del Vizio.

Anche Hadith Najafi, è stata uccisa con 6 colpi di pistola al viso, al collo e al petto, nel corso di una manifestazione a Karaj, vicino a Teheran.

Il conto della feroce repressione continua a salire: oltre 50 persone uccise, centinaia di arresti e di feriti. Come dichiarato dal capo della polizia della provincia di Gilan, solo in quella provincia sono stati arrestati 739 manifestanti, comprese 60 donne e moltissimi feriti.

Non si placano i disordini nel Paese, secondo le organizzazioni umanitarie, le vittime della repressione governativa sarebbero arrivate a 76. Almeno 1.200 arresti, tra cui la figlia dell'ex presidente Rafsanjani.

considerato che

Non è la prima volta che le donne si oppongono al regime repressivo e che pagano per questo un caro prezzo;

Nasrin Sotoudeh, la nota avvocata iraniana per i diritti umani è stata condannata a un totale di 38 anni di carcere e a 148 frustate per aver difeso una donna arrestata per aver manifestato contro l’obbligo per le donne iraniane di indossare il velo;

La giornalista e scrittrice Masih Alinejad, punto di riferimento delle donne iraniane nella battaglia contro l’obbligo del velo, fu arrestata nel 1994 e ha lanciato poi nel 2014 #MyStealthyFreedom (Libertà clandestina);

Le giovani e i giovani iraniani, nati sotto un regime teocratico, lottano contro un governo, che in nome della religione e dell'islam, si oppone alle libertà politiche, sociali ed individuali; lottano per la  libertà delle donne di non essere uccise dalla ‘polizia morale’ a causa di un velo che diventa il simbolo di una costrizione  in ruoli di manifesta inferiorità e subalternità non più sopportata e accettata e che ha portato a una rottura sociale.

rilevato che

La repressione violenta della polizia non ferma la protesta delle donne iraniane che si sta trasformando in una sfida sempre più radicale al regime degli ayatollah e innalza il livello di tensione tra Teheran e molti Paesi occidentali.

Fermati anche 18 giornalisti, ha denunciato l'organizzazione americana indipendente Committee to ProtectJournalists (Cpj) e Reporter senza Frontiere. Tra gli arrestati, Nilufar Hamedi, che ha visitato l'ospedale dove Mahsa Amini era in coma e ha contribuito ad allertare l'opinione pubblica mondiale sulla sua sorte, e la fotoreporter Yalda Moaiery, resa famosa da una foto iconica delle proteste del novembre 2019.

Le autorità iraniane non allentano la morsa della repressione e moltiplicano gli attacchi contro i Paesi occidentali accusati di fomentare la rivolta;

Soltanto Hossein Nouri Hamedani, uno dei massimi sostenitori della Guida suprema Ai Khamene, ha invitato ad "ascoltare le richieste del popolo" e "mostrare sensibilità nei confronti dei loro diritti"

per tutto ciò considerato:

IL CONSIGLIO COMUNALE

Esprime  vicinanza e solidarietà  alle donne e uomini , vittime della brutale repressione da parte della polizia iraniana che da più di 10 giorni sta imperversando nelle città dell’Iran;

sollecita il governo italiano uscente ed il nuovo governo, ad esprimere una forte condanna di questi terribili fatti a danno di giovani donne inermi; a prendere una netta posizione di condanna degli assassini politici compiuti oggi e nel passato dal regime iraniano;

chiede al nostro governo, che solleciti la comunità internazionale riunita a New York per l’Assemblea Generale ONU, a adottare provvedimenti urgenti per fermare l'uccisione di massa di giovani iraniane ed iraniani; solo nel 2022, sono state effettuate 414 esecuzioni capitali di cui 12 nei confronti donne e 2 di minori;

approva il testo di questa mozione, chiedendo di inoltrarlo al Ministro degli Affari Esteri  , contestualmente  richiedendo  allo stesso di rendere edotta di tale risoluzione l’Ambasciata della Repubblica islamica  dell’Iran in Italia.





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