OPINIONI - La politica del Circolo del Partito Democratico di Cassino a un anno dal voto amministrativo. Mercoledì 28 giugno alle ore 19 l'assemblea nella sede di via Carducci
di Romeo Fionda*
Il momento politico attuale, a un anno dal voto per il Parlamento Europeo e il rinnovo del nostro Consiglio Comunale, conferma la volontà del Partito Democratico di proseguire nell'affermazione di una svolta decisa nei modi, nei contenuti e nella comunicazione delle nostre iniziative parlamentari, amministrative, sociali e culturali.
Costruire un nuovo e forte senso di appartenenza a una Comunità politica, che ponga al centro della propria azione un cambiamento delle priorità di governo che non trascuri di tenere stretti insieme i diritti sociali coi diritti civili, è fondamentale per consolidare la nuova fase del Partito Democratico, iniziata dal nostro Congresso e affermata continuamente con convinzione da Elly Schlein, che poggia sui principi costituzionali del riconoscimento di ogni persona come portatrice di pari opportunità e garanzie di sopravvivenza che, nell'uguaglianza distributiva della ricchezza e della legge, rendano possibile a ognuno di riconoscersi come cittadino.
Diventa irrinunciabile superare schemi solo autoreferenziali e di schieramento, e mettersi nel gioco dialettico della realtà contemporanea, che chiede a tutti un'ampia e pacifica disponibilità al confronto, libera da pregiudizi e non manomessa da una confusione di scopi individuali, mezzi utilizzati, e finalità ideali. Lo spirito da usare è quello originario, e tutti dobbiamo riconoscerci come interpreti della nostra parte, come attori consapevoli della necessità e bontà del nostro nativo e comune progetto.
Dobbiamo compiere tutti uno sforzo, e alzare la voce, per dare una presenza preziosa e attiva agli iscritti, ai democratici, ai silenziosi, e insieme programmare un viaggio verso un miglioramento delle condizioni di esistenza e di convivenza civica e umana.
Condizione essenziale per questo, è l'abbandono di abitudini di funzionamento interne, fondate su logiche di prevaricazioni o di veti incrociati, che hanno fortemente penalizzato la credibilità di ogni gruppo politico, anche oltre i confini della nostra città.
È necessario chiudere un'epoca, e avviarne un'altra, che si fondi con più energia e rinnovata convinzione sopra un confronto serrato, che riguardi l'immagine, la sostanza e il ruolo della nostra Città, e le prospettive future dei propri servizi per il benessere del suo territorio e dei suoi cittadini.
Il PD è nato per unire, non per dividere e dividersi.
Noi siamo veramente convinti di questo, e sentiamo, ora più che mai, l’esigenza di un Partito plurale nel quale possano convivere, in un processo di arricchimento e fecondazione reciproca, diverse ispirazioni ideali e istanze civiche, che sappiano cooperare per il governo del bene comune, orientato al contrasto di ogni forma di diseguaglianza e discriminazione che, in questi anni di crisi, hanno raggiunto livelli spaventosi, e che si manifestano con una fortissima concentrazione della ricchezza in poche mani, nella polarizzazione tra lavori tutelati e lavori precari senza garanzie salariali definite, che allargano le aree di povertà, d'insicurezza e disagio esistenziale nella popolazione, che si riflette nelle condizioni di fragilità non protette, che legano, nelle statistiche, donne bambini e anziani, per i loro esigui livelli occupazionali e pensionistici, o per la povertà educativa diffusa, e addirittura, in alcuni casi estesi, per la malnutrizione che colpisce i minori.
La diffidenza e la discriminazione delle persone che migrano dai propri paesi di origine, la persistenza di atteggiamenti di esclusione o rifiuto delle diversità, che sfociano a volte in veri e propri linguaggi neorazzisti, l'invisibilità delle minoranze, la ricattabilità di chi è senza tutele, senza diritti di cittadinanza o accesso ai meccanismi di welfare vigenti, tutto questo sembra essere ancora la cifra culturale delle politiche di governo nazionale, che si unisce a quelle di alcuni altri governi internazionali.
Noi vogliamo essere artefici di un cambiamento, e sostenere un nuovo contratto sociale. In un mondo dove i focolai di guerra non si spengono ma diventano un pretesto per consolidare oligarchie militari e autocratiche, contrastare le diseguaglianze e affrancare i popoli e le persone più deboli dai bisogni primari diventa un percorso complesso e complicato, che ha bisogno di ascolto e di un'attenzione continua per rispondere alle domande di protezione di chi è rimasto ai margini dei cambiamenti veloci della società e delle tecnologie.
Per accompagnare questa transizione ecologica e digitale con giustizia, e senza lasciare indietro nessuno, dobbiamo cambiare il nostro modello di sviluppo economico in modo da governare le diseguaglianze laddove si formano. E dobbiamo scoprire una parola fondamentale: condivisione, che sia equa e solidale.
Un nuovo contratto sociale vuol dire impegnarsi per un grande investimento nella salute e sanità pubblica e universalistica. Un nuovo contratto sociale significa immaginare un nuovo welfare di prossimità, che non sia inteso solo come un costo ma pure come un investimento, e che non si limiti ad assistere, bensì a costruire percorsi di emancipazione, di consapevolezza sociale, e di governo.
Passione, è una parola chiave non solo per la politica, ma anche per l'esistenza. E noi non possiamo esitare. La "passione di esistere", rappresentata da Pasolini, e "l'ottimismo della volontà" scritto da Gramsci, ci tengono, con le nostre convinzioni e le nostre idee, in mezzo al mondo con lo sguardo aperto per trovare strade agevoli, e per trasformare in pace il vecchio paradigma di coesistenza dell'umanità.
Un cambiamento passa da ognuno di noi, e cammina sulle nostre gambe, ma restando tutti uniti e salendo sulla stessa barca per navigare verso un porto sicuro e accogliente.
Per costruire insieme una buona politica, bisogna sempre ricordare di non scambiare mai gli amici per nemici o i nemici per amici. Noi non ci sentiamo soli, e non vogliamo nemici, neanche dietro l'angolo. Ma gli avversari esistono, e in questo momento storico sono le destre partitocratiche, coalizzate in un governo semplificatorio e minimalista, demagogico e arrogante.
Anche nella realtà della nostra Città, bisogna stare su strade larghe di consapevolezza civile, aumentando quelle buone pratiche riformatrici che pure abbiamo conosciuto e cercato di attuare in questi anni di amministrazione delle politiche urbane, molte volte senza un risultato immediato, ma sempre con uno spirito unitario che ha messo l'intera città in una condizione di continuità rappresentativa e di miglioramento.
Ora però vanno ripensate le modalità di funzionamento di una intesa, adeguandole alla situazione attuale che attraversiamo, scoprendo e affermando le sue forme più genuine, autentiche e radicali.
Solo così saremo in grado l'anno prossimo, insieme, di fronteggiare il partito amorfo del non voto, e il partito qualunquista del rifiuto di ogni ceto politico come casta.
La nostra rinnovata capacità di inclusione sociale, la nostra fiducia e accoglienza delle diversità, la disponibilità verso il prossimo e i propri bisogni, la garanzia di tutela delle espressioni di cittadinanza attiva di ognuno, saranno le fondamenta per continuare il buongoverno di Cassino, città della pace e del lavoro giusto.