Cassino ha il dovere di rilanciare il proprio ruolo nel Lazio meridionale

Politica - "Sanità, lavoro, Università einfrastrutture prima di ogni altra cosa". L'affondo di Carmine Di Mambro

Cassino ha il dovere di rilanciare il proprio ruolo nel Lazio meridionale
di autore Carmine Di Mambro - Pubblicato: 19-11-2023 09:56 - Tempo di lettura 3 minuti

Cassino ha il dovere di rilanciare il proprio ruolo nel Lazio meridionale partendo dalla messa in sicurezza dei settori chiave che ancora sostengono gli assetti sociali ed economici: mi riferisco alla sanità, al lavoro, all’Università, alle infrastrutture prima di ogni altra cosa.

Al di là del mio passato ruolo di consigliere comunale, sono e resto prima di tutto un cittadino utente del sistema sanitario e guardo quel che accade dal basso e non certo dal chiuso di qualche palazzo. Bene, da questo punto di osservazione, non si può che prendere atto di un declino allarmante della città e del territorio a fronte del quale la politica nota, del pensiero unico dominante di destra come di sinistra, improntato alla nota massima di assecondare il manovratore per trarne ogni beneficio possibile, pare del tutto cieca. Parto dalla sanità.

 

Di ospedale “Santa Scolastica” si è parlato nel corso degli ultimi Consigli comunali, ma c’è stata qualche battuta, dovute a interrogazioni fatte, in aula finita lì. Si tratta invece di battere i pugni perché quello che doveva essere un dipartimento di emergenza di primo livello si sta trasformando in un punto di primo soccorso e niente più. Insomma la carenza di medici e la limitatezza sempre più grave dei reparti che dovrebbero assorbire le emergenze che giungono al Pronto soccorso stanno declassando pericolosamente e di fatto l’ospedale».

C’è Stellantis, e non solo, che sta dando un colpo mortale all’occupazione. E’ troppo facile dire che il Comune, come per la sanità, non c’entra. E’ semplice sostenere che i sindaci possono fare solo il loro lavoro nei palazzi municipali. Di fronte ad emergenze gravissime che si ripercuotono immediatamente sui servizi sociali non si può stare ad aspettare il peggio. Quindi ben venga la Consulta dei sindaci dell’altro giorno, con l’idea di coinvolgere il governo e dar corpo ad una mobilitazione, ma qui si tratta di scendere letteralmente in trincea. Perché l’alternativa all’automotive oggi non esiste. Dopo cinquant’anni di lavoro e ricchezza derivanti dallo stabilimento auto non si possono cancellare le attese di giovani e famiglie del Cassinate solo perché così hanno deciso a Parigi. Serve un moto d’orgoglio che spinga chi può a compiere azioni decisive per salvare l’esistente.

 

Non nego, poi, l’esistenza di un problema infrastrutturale. Ci troviamo di fronte una situazione devastata dei collegamenti di cui, tra gli altri, sta facendo le spese il Tribunale. Dal Golfo tornano a ripetere a più riprese che era meglio Latina tutto sommato. Mi chiedo: possibile che nessun sindaco si sia posto il problema di un adeguamento della Cassino-mare? Possibile che l’abbandono della superstrada, oltre a costare morti per incidenti, ci costi perdite di tempo anacronistiche. Eppure c’era anche da decenni l’idea di un collegamento ferroviario, per non parlare della viabilità veloce attraverso la Termoli - San Vittore del Lazio. Da decenni si parla di stazione Tav in linea a Pignataro a ridosso di Sant’Angelo in Theodice (quando a Frosinone manco si chiedeva la fermata, figurarsi la stazione di Ferentino). I collegamenti entroterra-Golfo sono essenziali anche per le connessioni tra industria e porti, per agevolare i flussi turistici, e tanto altro.

Veniamo all’università. Il rettore Dell’Isola ha detto che, messi in sicurezza i conti, può dedicarsi al calo degli iscritti per invertire la tendenza. Giusto e la sua azione va sostenuta. L’Ateneo di Cassino non deve essere ancora lasciato da solo, va supportato dall’intero territorio e considerato come uno strumento di crescita per tutto il Lazio meridionale. Territorio-Unicas è una sinergia che nessuno ha saputo realizzare e lo si è visto anche da scelte strategiche adottate da vari rettori che non andavano esattamente d’accordo con le necessità che in quegli stessi momenti erano della città di Cassino e della sua regione di riferimento.

 

La mia conclusione? Potessi - e non è detto che non potrò in futuro - aprirei una Vertenza Cassino tra le istituzioni della città e la Regione Lazio. Un tavolo dove portare analisi puntuali sui problemi ed uno spettro di soluzioni possibili. Sono certo che il presidente della regione Lazio, Francesco Rocca, proveniente da una realtà concreta e vicina agli ultimi come la Croce Rossa, non resterebbe insensibile ascoltando le esigenze di una periferia importante come la nostra che deve diventare ponte tra province e Regioni, tra Nord e Sud e fra Tirreno ed Adriatico. Solo ponendo le basi del rilancio si può restituire a Cassino centralità e respiro, ai giovani una prospettiva ed una speranza di non dover emigrare ad ogni costo, come sta succedendo, purtroppo, da alcuni anni.

 





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