La parabola discendente di Mignanelli: dagli anni d'oro a Fratelli d'Italia

Opinioni - Già presidente del Consiglio comunale e vice presidente della provincia di Frosinone, alle scorse Europee aveva sostenuto Mario Abbruzzese. Negli anni scorsi aveva indossato la casacca civica, adesso si getta tra le braccia di Ruspandini

La parabola discendente di Mignanelli: dagli anni d'oro a Fratelli d'Italia
di Salvatore Trupiano - Pubblicato: 22-10-2024 13:00 - Tempo di lettura 2 minuti

La parabola discendente della carriera politica di Massimiliano Mignanelli, due volte presidente del consiglio comunale di Cassino, vice presidente della provincia di Frosinone e tanto altro, si può sintetizzare con il grado di interesse che ha suscitato la sua adesione a FDI: cioè nessuno. Del resto, Mignanelli ha abituato i suoi sostenitori ad improvvisi e repentini salti della quaglia che, gli hanno sempre permesso di mantenersi a galla nelle sempre vorticose acque della politica.

La prima volta che Massimiliano Mignanelli ha varcato il portone del comune di Cassino da consigliere comunale, è stato nel 1997, candidato e poi eletto sindaco Tullio Di Zazzo.  Mignanelli prese 99 voti, e strinse una sorta di patto d'acciaio con Vittorio Soave che all'epoca, collezionò il doppio dei voti del già presidente del consiglio comunale. Fu solo un episodio, Mignanelli in seguito, si rivelò fortissimo, collezionando centinaia di preferenze che gli permisero di fare il presidente del consiglio comunale per ben due mandati, sindaco Bruno Scittarelli.

Il baffuto Scittarelli però, non arrivò alla fine del secondo mandato, un golpe guidato da Mario Abbruzzese lo disarcionò prima del tempo decretandone la fine politica. Abbruzzese per non affossare Scittarelli e con lui tutto il consiglio comunale, chiese la "testa" proprio di Mignanelli ben sapendo che Massimiliano mai si sarebbe dimesso da presidente del consiglio. E così morì Sansone con tutti i Filistei, il governo Scittarelli andò a casa e con lui il buon Mignanelli.  

E' il periodo in cui la diaspora di Forza Italia partorisce il NCD a guida Angelino Alfano, dove Mignanelli convoglia senza se e senza ma, diventando un delfino dell'allora ministro Beatrice Lorenzin e spuntando un posto in un consiglio di amministrazione di un centro oncologico a Parma, lui laureato in economia e commercio. Ma la politica è così, ed in politica non sempre 2+2 fa 4.

Dal 97 però Mignanelli, seppur transitando in vari partiti e movimenti, non ha perso un colpo finendo però sempre all'opposizione e lui, non è uomo di opposizione, infatti in 10 anni di minoranza non è riuscito a cavare un ragno dal buco tanto è vero che ha preferito non candidarsi alle ultime elezioni comunali ben sapendo che l'aria si era fatta pesante. Dopo aver sostenuto Mario Abbruzzese alle Europee, si è gettato tra le braccia di Ruspandini diventando un Fratello d' Italia, dove si preannuncia una stagione di trame e lunghi coltelli.





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