Economia - Epilogo infelice per i 32 lavoratori della società che si occupa di pulizie nello stabilimento ex Fca. La Filcams Cgil: "Precedente pericoloso per il sistema Stellantis". La Uilm: "Non sono state concesse alternative". Il 20 marzo vertice al Mimit su Trasnova. E intanto la Fim-Cisl bacchetta l'Europa: "Il piano per il rilancio del settore auto è insufficiente e inadeguato"
"Il ritiro di una procedura di licenziamento collettivo dovrebbe essere una buona notizia per un’organizzazione sindacale, ma non lo è quando questo significa rinunciare a strumenti di gestione condivisi come la Cassa per cessazione attività, che rimaneva l’ultima possibilità per gestire la crisi occupazionale dopo la cessazione dell’appalto da parte per la movimentazione dei vuoti da parte di Stellantis. De Vizia ha invece definitivamente scelto di non attivare questo strumento, nonostante le disponibilità date dalla Regione Lazio durante l’incontro di questa mattina con le organizzazioni sindacali. I lavoratori dell’appalto verranno quindi trasferiti a Roma nell’appalto AMA, senza possibilità di accompagnamento verso altre opportunità occupazionali e senza la possibilità di attivazione delle politiche attive".
A parlare è Luca De Zolt della Filcams Cgil, a margine dell'incontri che si è svolto questa mattina con la regione Lazio. "L’azienda - spiega De Zolt - ha affermato a più riprese che la scelta di non avviare la cassa per cessazione deriva da un’indisponibilità delle organizzazioni sindacali comunicata nei precedenti incontri, ma questo non corrisponde al vero in quanto come Filcams CGIL abbiamo sempre dichiarato in ogni sede che in caso di mancata proroga dell’appalto si sarebbe dovuta attivare la CIGS per cessazione, in quanto sapevamo che al momento De Vizia non ha possibilità di ricollocazione sul territorio di Cassino e dintorni.
Nell’incontro svoltosi oggi in Regione Lazio, abbiamo anche proposto di mantenere aperta la procedura per consentire alle Parti di aggiornarsi fra alcune settimane, per verificare le disponibilità dei lavoratori di trasferirsi a Roma e poi valutare successivamente come gestire il personale rimanente: anche questo percorso è stato negato da De Vizia. Come Filcams CGIL valutiamo positivamente lo sforzo di De Vizia nell’individuare la soluzione occupazionale su Roma, ma come avevamo detto in tempi non sospetti, questa proposta è complicata da gestire per la distanza e gli orari.
Per questo per noi la soluzione più adeguata sarebbe stata l’attivazione della CIGS per cessazione che poteva supportare i lavoratori di fronte alla proposta di ricollocazione sull’appalto AMA e avrebbe consentito anche di mantenere attivo il confronto tra le Parti per future ricollocazioni sul territorio.
L’iter della vertenza De Vizia rappresenta un precedente disastroso nella gestione della crisi Stellantis: prima Stellantis ha scaricato il problema occupazionale su De Vizia, e oggi ci troviamo privi di un percorso condiviso per tutelare i lavoratori e le loro famiglie. I prossimi incontri al MIMIT sulle altre vertenze (a partire da Trasnova/Teknoservice/Logitech il prossimo 20 marzo) non potranno non tener conto di questo precedente in termini di responsabilizzazione di Stellantis verso i lavoratori degli appalti" conclude la Filcams Cgil.
A parlare a margine del vertice di questa mattina è anche il segretario provinciale della Uilm Gennaro D'Avino, che spiega: "Oggi verrà chiusa la procedura di licenziamento collettivo, per poi comunicare una trasferta temporanea dal 10 al 27 marzo, con successivo trasferimento definitivo a Roma. Di questo informeremo i lavoratori. I dipendenti dell'appalto Stellantis saranno trasferiti all'appalto AMA di Roma, senza alternative occupazionali né possibilità di attivazione di politiche attive del lavoro.
IL PIANO UE E LA FIM-CISL
"Il piano per il settore auto presentato dalla Commissione Europea è del tutto insufficiente e inadeguato rispetto alle esigenze di un comparto strategico che sta affrontando una transizione complessa e rischiosa. Le misure previste non rispondono alle richieste che la FIM-CISL e quelle del movimento sindacale europeo che abbiamo portato avanti nella manifestazione del 5 febbraio 2025 a Bruxelles. Nel piano - dice il segretario generale della Film-Cisl Ferdinando Uliano - mancano risorse concrete per sostenere le aziende della componentistica e l’intero settore automobilistico nel processo di transizione, tutelando l’occupazione impedendo così chiusure di stabilimenti e licenziamenti.
Ancora più grave è l’assenza di fondi per i lavoratori, sia in termini di formazione professionale per il rafforzamento delle competenze, sia per il sostegno economico attraverso adeguati ammortizzatori sociali. Gli unici elementi di novità riguardano la rimodulazione delle multe sulle emissioni di CO₂ previste per il 2025, che avrebbero potuto generare sanzioni per circa 15 miliardi di euro con pesanti ripercussioni su produzione e occupazione. Tuttavia, questo intervento non è sufficiente a garantire la tenuta e il rilancio del settore. Ribadiamo con forza la necessità di misure straordinarie e rapide, proporzionate alla gravità della crisi che sta attraversando l’industria dell’auto. Serve un nuovo Fondo Europeo con risorse importanti e in tempi paragonabili a quelle del Next Generation EU.
Non possiamo accettare che la Commissione Europea tenti di affrontare questa crisi con interventi minimi e inadeguati. Con il rischio concreto di essere schiacciati dalla competizione della Cina e dai dazi imposti dagli Stati Uniti, è fondamentale un’azione politica ed economica forte e decisa. Porteremo la nostra contrarietà alle istituzioni italiane ed europee e chiederemo a IndustriALL Europe di intensificare la mobilitazione sindacale affinché le istituzioni europee stanzino i fondi necessari, così come indicato anche nel rapporto elaborato da Mario Draghi su incarico della stessa Commissione UE".