Cassino, ecco servita la solita minestra riscaldata per un commercio morente

Opinioni - Dopo la piattaforma online fantasma, gli orari serali inutili, l'amministrazione Salera ripropone un modello già bocciato, mentre centri commerciali e web continuano a dominare

Cassino, ecco servita la solita minestra riscaldata per un commercio morente
di Salvatore Trupiano - Pubblicato: 09-05-2025 10:46 - Tempo di lettura 2 minuti

Commercio, croce e delizia dei cassinati. Cassino ha una tradizione molto antica riguardo al commercio, snodo centrale tra Lazio, Molise e Campania la Città Martire ha attirato sempre gli scambi commerciali nella sua sfera di influenza. Le cose però sono cambiate, il commercio stesso è cambiato, e Cassino dopo un periodo d'oro tra la fine degli anni 50 e metà degli anni 80 ha iniziato una lenta ma inesorabile agonia.

Le proteste dei comemrcianti partono da lontano, e come al solito, ogni amministrazione pensa di aver trovato la soluzione adatta ad una rinascita del "do ut des". L'amministrazione Salera, dopo aver convocato i rappresentanti dei commercianti, eccetto qualche eccezione, sempre gli stessi da quasi mezzo secolo, ha pensato alla ricetta giusta per rilanciare il commercio che langue. I centri commerciali naturali. Copia e incolla del fallimento dell'allora assessore regionale Francesco De Angelis. C'è da dire che, il povero De Angelis ce la mise tutta per cercare di risollevare un commercio cittadino che, veniva messo KO dai colpi dei centri commerciali che all'epoca, eravamo agli inizi del 2000, iniziava a farla da padrone.

Sempre in quegli anni, nasceva così il centro commerciale naturale, l'incarico per la gestione di circa 100mila euro stanziato dalla regione Lazio, veniva dato proprio ad uno dei rappresentanti dei commercianti che ieri pomeriggio si sono seduti accanto al sindaco Enzo Salera ed hanno proposto il centro commerciale naturale-bis. Ma di quei centomila euro stanziati per incentivare i negozi di prossimità, cosa ne è stato fatto? E cosa è rimasto? Sicuramente furono realizzati dei cartelli luminosi che invitavano la gente a fermarsi nei negozi di Cassino, il resto non si sa.

I tentativi per rimpinguare le casse dei negozi cassinati sono stati tanti e vari nel corso degli anni, e proprio gli assessori del sindaco Enzo Salera sono stati tra i più attivi e fantasiosi: apertura dei negozi prolungata fino alle 22.00 fu l'idea dell'esecutivo targato Enzo Salera ma, fu un fiasco totale, alle 22.00 le famiglie sono in pigiama davanti alla tv. Un altro assessore targato Salera, pensò di realizzare una piattaforma internet che, nelle intenzioni di chi l'aveva ideata, avrebbe dovuto fare concorrenza ai migliori siti di e-commerce. Altro flop, in pochi sono riusciti solo a vederla questa fantomatica piattaforma. E così via.

I centri commerciali la fanno da pdrone, chi può ci passa il pomeriggio con figli e nonni e al seguito, chi invece è svogliato o ha soltanto desiderio di acquistare qualcosa fuori dal normale si rivolge ad Amazon, o a Temu, o Dio sa solo quale altro sito commerciale. Solamente l'anno scorso, prima della realizzazione della zona pedonale, i commercianti (per il corso non ce ne sono praticamente più)  si lamentavano del molto probabile decremento degli affari, solo un giovane, all'epoca anche lui raprresentante dei commercianti, Raffaele Amato, ebbe il coraggio di dire che la chiusura del corso andava vista come un'opportunità di rilancio del commercio cittadino, a patto che i negozi salissero di livello qualitativo, e scendessero con i prezzi.

Opinioni, certo è che, dopo quasi 30 anni Cassino ha la brillante idea di realizzare i centri commerciali naturali bis. Prendendo in prestito una frase del grande Nino Manfredi: "Fuss ca fuss la vota bona..." 





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