Politica - Noi Moderati Cassino lancia un invito al Comune e alle istituzioni: serve un piano urgente per tutelare i pini marittimi che da decenni custodiscono la collina simbolo della rinascita postbellica. Un gesto di responsabilità verso la storia, la natura e l’identità collettiva della città martire
Un tempo, nel dopoguerra, quando la città cercava di rialzarsi dalle macerie, donne e uomini coraggiosi salivano tra la polvere con le “cannate” d’acqua in testa per innaffiare i giovani pini piantati sulle pendici di Montecassino. Quel gesto semplice, compiuto con dedizione e speranza, non era solo un atto di cura verso la natura, ma un segno tangibile di rinascita civile e morale: ridare vita a una collina martoriata e speranza a un territorio ferito dalla guerra.
Oggi, a distanza di decenni, quei pini che hanno accompagnato la rinascita di Cassino e ne hanno modellato il paesaggio stanno morendo, colpiti da una malattia che minaccia i pini marittimi in molte zone d’Italia. Un fenomeno silenzioso ma devastante, che rischia di cancellare un pezzo di memoria storica e identitaria della città.
"Non possiamo restare indifferenti – dichiara Luigi Sibilia, Vice Commissario di Noi Moderati Cassino –. Montecassino è un simbolo universale di pace, resilienza e identità. Salvare i pini non è solo una questione ambientale, ma un atto di rispetto verso la nostra storia e verso chi, con sacrificio, ha contribuito alla rinascita di questo territorio".
Da qui l’appello del movimento politico al Sindaco di Cassino e alle istituzioni competenti affinché si attivino con urgenza per predisporre uno studio tecnico e un piano di intervento condiviso con esperti forestali e ambientali.
Secondo Noi Moderati Cassino, esistono già soluzioni e trattamenti in grado di contenere e rallentare la diffusione della malattia, ma è indispensabile un’azione tempestiva, coordinata e sostenuta da un’adeguata pianificazione.
"Difendere i pini di Montecassino – aggiunge Sibilia – significa tutelare un simbolo che appartiene a tutti noi: alla memoria della guerra, al valore della ricostruzione e al legame profondo tra Cassino e la sua collina sacra. È un dovere civico, prima ancora che ambientale".
L.P.
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