Opinioni - La serie televisiva in onda su Sky che rievoca il coraggio di Matteotti e il suo grido di denuncia contro le violenze fasciste ci invita a riflettere sul presente
Su SKY si è appena conclusa la serie televisiva M-il figlio del secolo, e lo ha fatto facendo rivivere quel 30 maggio 1924 quando Giacomo Matteotti, segretario del Partito Socialista Unitario, prendendo la parola alla Camera dei deputati vuole contestare i risultati delle elezioni del 6 aprile.
Si tratta di un discorso storico, che è rimasto famoso, e che a 80 anni dai fatti, torna a far tuonare le coscienze degli italiani. Nella puntata di giovedì 30 gennaio, è Gaetano Bruno l'attore che presta il volto e la voce a Matteotti per denunciare con grande coraggio la nuova serie di violenze, illegalità ed abusi che i fascisti avevano commesso per riuscire a vincere le elezioni, sia perché dopo soli undici giorni il deputato socialista viene rapito e assassinato da cinque fascisti.
Perché bisogna riflettere su queste scene dove vediamo gli attori Luca Marinelli e Gaetano Bruno riportarci a un tempo ormai per noi passato? Dobbiamo pensare che siamo nel Parlamento italiano (lo stesso dove oggi siedono i nostri rappresentanti). Nulla di illegale era successo, perché in base alla nuova legge elettorale del 18 novembre 1923 n. 2444, anche detta legge Acerbo, alla lista più votata a livello nazionale vengono assegnati i 2/3 dei seggi in tutte le circoscrizioni, mentre gli scranni rimanenti sono assegnati alle altre liste in proporzione ai voti ottenuti e secondo ordine di preferenza personale. Quindi, con un risultato ampiamente favorevole alla lista governativa, arriva l'elezione in blocco di tutti i 356 candidati del partito fascista.
Però, al momento di convalidare le decisioni della Giunta delle elezioni, viene presentata una richiesta da parte degli onorevoli Arturo Labriola, Giacomo Matteotti ed Enrico Presutti per il rinvio degli atti alla Giunta. Infine, arriviamo a quel 30 maggio 1924, con Matteotti che prende la parola alla Camera dei deputati per contestare i risultati delle elezioni mentre dai banchi fascisti partono a gran voce contestazioni e rumori che lo interrompono più volte.
Grazie a Matteotti vengono così denunciate tutta una nuova serie di comprovate violenze, illegalità e abusi commessi dai fascisti per riuscire a vincere le elezioni. Ugualmente, in M-il figlio del secolo, viene costruita magistralmente, la scena e il discorso che diventerà famoso. Terminato il discorso Matteotti si rivolge al collega, l'on Giovanni Cosattini seduto accanto a lui, ma indirettamente anche ai suoi compagni di partito dicendo: "Io, il mio discorso l'ho fatto. Ora voi preparate il discorso funebre per me."
Dalle scene del film passiamo a una breve analisi di attualità. Essere nostalgici del fascismo oggi significa provare un sentimento che potremmo definire di ammirazione verso il regime fascista che ha governato l'Italia tra il 1922 e il 1943. I nostalgici arrivano a idealizzare aspetti del fascismo come, per esempio, la forte identità nazionale, l'autoritarismo o la stabilità economica. Ma ignorano o minimizzano le conseguenze drammatiche di quel periodo. I rischi associati a questa nostalgia sono molteplici, con il rischio di giustificare pratiche autoritarie, promuovere ideologie xenofobe, razziste e intolleranti. Per questo M-il figlio del secolo è un lavoro dall'alto valore anche pedagogico.
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